Il CREA ha aggiornato per il 2019 il suo rapporto chiamato “Esempi di valori fondiari e di canoni d’affitto” da cui è tratta questa analisi con i valori minimi e massimi riportati per una serie appunto esemplificativa di vigneti (principalmente DOC). L’elaborazione che da ormai qualche anno faccio su questi dati porta a distillare una variazione percentuale del valore mediano di queste terre che per il 2019 è di nuovo positivo, +1.8%, dopo il +1.5% del 2018, e che fa crescere a 158 il numero indice relativo al valore 2019 di questi vigneti rispetto al 2000. Come dire un incremento medio annuo del 2.4%, però principalmente ottenuto nei primi anni 2000. Infatti, se facciamo il medesimo calcolo per il decennio 2009-2019, arriviamo a un ben più striminzito +1.3%, che comunque ben si confronta con la svalutazione media dell’euro che è stata dell’1.05% annuo durante il periodo. Il rapporto di CREA è comunque relativo agli “esempi” di valorizzazione di vigneti specifici e quindi su questo ci dedichiamo nel resto del post.
[wp_bannerize group=”ADSENSE”]
- L’aggiornamento 2019 dei valori fondiari è relativo a circa 70 zone vinicole con un valore medio tra circa 75mila e 140mila euro per ettaro e con una predominante presenza di vigneti DOC.
- Per quando riguarda il 2019, le variazioni annuali più significative riguardano le zone spumantistiche, con particolare riferimento a quelle piemontesi del Moscato della zona di Canelli (Asti) e dell’astigiano DOC, +27% e +22% rispettivamente, ma anche dei “vigneti a nord di Trento” +15% e quelli nella zona di Valdobbiadene (+13%).
- Al di fuori delle zone spumantistiche sono stati rivisti al rialzo i valori dei vigneti del Collio (Gorizia), +14%, e quelli del Chianti Classico (Firenze) +8%. Seguono altre 14 denominazioni dove CREA ha ritenuto di rialzare almeno uno dei due valori inclusi nell’analisi.
- Le variazioni negative sono minime e poche, sei o sette ma ci sono. Sono stati ridotti del 10% i valori dei vigneti dei Colli Euganei (Padova), del 6-7% quelli di Matelica (Macerata) e della collina di Ancona, del 6% quelli della collina piacentina, del 4-5% quelli della zona di Pordenone e dei Colli Orientali del Friuli (Udine) e del 2% quelli della fascia costiera di Campobasso.
- Se guardiamo unicamente ai valori prendendo queste zone troviamo ai livelli più elevati i vigneti delle Langhe (con una forbice di 200mila-1.5milioni di euro), quelli di Montalcino (250-700mila), poi quelli del Trentino con Lago di Caldaro , val Venosta, valle Isarco (tutti 440-690mila euro minimo-massimo) e zona di Trento (220-400mila), poi Valdobbiadene (350-500mila), Bolgheri (200-400mila) e così via.
…ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco