Dopo un paio di anni di silenzio sono riapparsi i dati ISTAT sul consumo divino, annegati dentro una indagine su 20mila famiglie e sulle loro abitudini. Il focus dell’indagine è sul “vizio”, quindi bevande alcoliche, fumo, cattive abitudini alimentari (sovrappeso), ma ci sono in ogni caso i soliti dati interessanti. Il 2020 è stato un anno di “rottura” con delle evidenze diverse rispetto a quanto abbiamo commentato in altri post relativi alle vendite di vino al dettaglio. Mi spiego: il 2020 è un anno di calo della penetrazione di consumo di vino, con una accentuazione dei comportamenti di eccesso (consumo giornaliero superiore a mezzo litro) e di interruzione del trend storico di crescita del consumo sporadico, derivante dalle chiusure dei bar e ristoranti, dove questo tipo di consumo si concentrava. Di converso, il 2021 è un anno di parziale ritorno “al 2019” su questo tipo di indicatori, presumibilmente ancora parzialmente influenzati dalla non completa ripresa delle vecchie abitudini dei consumatori (e forse anche da alcuni aspetti strutturali, come la non riapertura di molti bar e ristoranti dopo la crisi).
Vi suggerisco di focalizzarvi sulle tabelle e non sui grafici del post, in quanto sono più evidenti gli aspetti di cui vi accennavo sopra. Quindi, nel 2020 il consumo di vino cala dal dal 54.2% della popolazione al 53,8%, per poi riprendere un livello del 54.4% nel 2021. Il consumo sporadico, nel 2019 al 31.5% della popolazione è crollato dal 30.3% nel 2020 per tornare al 31.3% nel 2021. Se non ci fosse stato il Covid probabilmente saremmo al 32%. La tendenza alla omogeneizzazione dei generi continua: le donne bevono meno degli uomini ma il gap si riduce. Come noterete, nel 2020 c’è stato un sussulto nel consumo di vino intenso, passato dal 3.0% al 3.3% della popolazione, per tornare al 3.0% nel 2021.
Nel complesso, direi che il vino “vince” (0.2% della popolazione 2021 contro 2019) contro la birra (-0.1%, al 50.4% della popolazione, quindi 4 punti sotto il vino) e le altre bevande alcoliche (-0.6% al 45.4%). Entrambe le altre due categorie sono state un po’ più colpite dal calo del consumo fuori casa, che come sappiamo bene nel 2021 non era pienamente recuperato (soprattutto nei primi mesi dell’anno).
Bene, vi lascio alla consultazione delle tabelle e dei grafici. Tra qualche giorno torniamo concentrandoci sui dettagli per età e per zona geografica dei consumi.
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